Giornale di Vicenza -

«Capire il mondo e sapersi adattare Così si cresce»

Quando in Inghilterra iniziarono a realizzare le ferrovie, i costruttori di carrozze si sentirono finiti. Ma tra loro ci fu anche chi si percepì come parte della trasformazione in atto, rammentando che il proprio business aveva a che fare non tanto con le carrozze, ma con il realizzare strutture di trasporto. Ed è proprio questa capacità di interpretare le proprie competenze nel flusso del cambiamento che permette di cavalcarlo. Otello Dalla Rosa, a lungo manager nell’ambito delle scaffalature industriali e della logistica e oggi imprenditore nello stesso settore a capo della Armes, con questo aneddoto si è soffermato sulla prima, essenziale caratteristica di chi fa impresa in un mondo sempre più complesso: possedere le basi culturali per capire cosa sta accadendo nel mondo e adattare di conseguenza le strategie, anche tagliando linee di prodotto remunerative che però zavorrano nuove idee.È uno degli spunti emersi ieri all’incontro a Palazzo Chiericati nell’ambito di Città Impresa e incentrato sui fattori determinanti per la crescita. Oltre a Dalla Rosa hanno partecipato Marco Nocivelli, a capo di Epta, Gianmarco Lanza, presidente e ad di Fae Technology e Francesco Culos, partner & responsabile relazioni clienti Auxiell. Come ha esordito Nicola Saldutti del Corriere della Sera che ha condotto l’incontro, i fattori che favoriscono la crescita di un’impresa cambiano nel tempo. Se decenni fa le parole d’ordine erano globalizzazione e delocalizzazione, dopo lo shock del Covid e delle crisi che si sono rapidamente succedute si è preso coscienza della necessità di accorciare le catene di fornitura e di riportare la produzione in Italia. Agevolare e snellire questi processi è il compito della società di consulenza lean di cui è partner Culos. «E se cinque anni fa ci chiamavano per risolvere solo problemi di processo – ha aggiunto- oggi ci chiamano per chiederci di poter fare le stesse cose con meno personale. Per crescere è determinante liberare i processi da sprechi e inefficienze per i quali nessun cliente pagherebbe. E crescere è determinante per attrarre giovani e poter offrire loro percorsi di carriera». Ma la possibilità di un’azienda e di un Paese di attrarre talenti è legata alla percezione del proprio valore e delle proprie caratteristiche. «Non ci rendiamo conto – ha detto Nocivelli – che l’Italia esporta quasi quanto il Giappone che ha però il doppio degli abitanti». «Un valore – ha sottolineato Dalla Rosa- legato a filo doppio al manifatturiero, ma dobbiamo saperlo trasmettere. Se vogliamo attrarre talenti il tema non è solo quello dell’attrattività dei territori, ma anche dei settori industriali. Altrimenti la sfida la perdiamo». L’impresa che cresce – ha aggiunto – ha nelle persone il primo pilastro, nei clienti il secondo e nella finanza il terzo perché si cresce solo con una gestione oculata delle risorse, per linee interne ed esterne. Ed è anche la strategia che primi anni 2000 ha imboccato il gruppo di Nocivelli specializzato nella refrigerazione commerciale, operando acquisizioni che poggiassero su due criteri: determinazione e rispetto. Cioè per creare valore non solo fine a se stesso, ma anche per altre aziende e i loro dipendenti e procedendo, quando necessario, anche aprendo ad altri il proprio capitale. Tra i fattori determinanti della crescita è emersa chiara anche la consapevolezza del valore sociale dell’impresa. L’ha messo in evidenza Gianmarco Lanza di Fae Technology, società che ha messo a punto un modello che massimizza la pervasività dell’elettronica specie in settori in espansione come quello l’energia, l’urbanizzazione e l’assistenza sanitaria e che nella finanza ha trovato un’ulteriore spinta nella crescita del 55% anno su anno negli ultimi 5 anni. «Abbiamo tratto un enorme beneficio dalla quotazione in Borsa – ha detto Lanza – anche dal punto di vista manageriale. Il nostro modo di pensare è cambiato, proprio in forza del processo necessario ad arrivare in Piazza Affari e questo ci permette di cogliere nuove opportunità».

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