Tav pronta in nove anni «È leva per la crescita Nessun veto sull’opera»

Il Giornale di Vicenza / di Laura Pilastro

«Non ci sono incognite né veti. Noi stiamo andando avanti» e la Tav veneta è «una delle sei grandi opere infrastrutturali italiane cui stiamo dando impulso».

Le parole di Gianfranco Battisti, amministratore delegato e direttore generale di Ferrovie dello Stato italiane sono il fischio al binario delle partenze per l’Alta velocità che attraverserà il territorio vicentino.

Con orizzonti temporali definiti dallo stesso numero uno della società, intervenuto all’incontro “Le infrastrutture e le crescita”, ospitato al Cuoa di Altavilla nell’ambito del Festival Città Impresa. «Se per la tratta Brescia-Verona e Verona-bivio Vicenza si punta a concludere i lavori nel 2026, per l’attraversamento di Vicenza, il termine è previsto per il 2028». Dalle scadenze agli investimenti che, in fatto di Alta velocità, per Battisti corrispondono allo sviluppo del Paese: «Nessuno credeva che avremmo cambiato l’Italia, invece abbiamo trasformato il suo aspetto logistico». Intervistato da Dario Di Vico, giornalista del Corriere della Sera e direttore del festival, il direttore generale di Ferrovie dello Stato ha fatto il punto sugli obiettivi del nuovo piano industriale dell’azienda, sulle sfide dell’apertura del mercato ferroviario, sui progetti di riqualificazione che interesseranno gli scali merci in disuso in alcune città italiane (tra cui Milano e Verona).

Alla base di tutto, una stima: «Le previsioni parlano di una crescita di mobilità che nei prossimi 10 anni raggiungerà il 7 per cento. Ciò significa che sempre più il treno sarà un elemento su cui investire», considera Battisti che vede come positivo il confronto con i competitor, «perché aiuta a migliorare la qualità e ad abbassare i prezzi. Dunque, con la completa apertura del mercato ferroviario nel 2021, andremo a competere in tutta Europa col vantaggio che saremo pronti». In questo raggio d’azione l’obiettivo è anche premere sull’acceleratore «dell’Alta velocità. Le nuove sfide guarderanno all’Europa e all’America. Ricordo poi che Fs non fa solo treni, ma molto di più. Del Gruppo fanno parte 71 aziende in 60 Paesi del mondo. A Riad stiamo costruendo la metropolitana e in Sudafrica un grande polo intermodale».Dall’estero all’Italia, dove uno dei problemi più sentiti da pendolari e passeggeri sono i ritardi. Disservizi alla base dei quali, secondo il direttore generale, «c’è un’anomalia regolatoria: tantissima offerta concentrata in alcune fasce orarie. Questo provoca un sovraffollamento nei grandi nodi urbani, come Milano, Roma, Firenze. Tutto ciò genera a catena una serie di ritardi», che si superano con gli investimenti: «Abbiamo programmato 39 miliardi nei prossimi 5 anni, buona parte dei quali da utilizzare nel miglioramento tecnologico dell’infrastruttura che permetterà di aumentare gli standard di sicurezza e di migliorare l’efficienza regolando gli accessi nei grandi nodi urbani e velocizzando i transiti».

Accanto a queste migliorie, nel nuovo piano industriale ci sono le grandi infrastrutture, tra le quali il passaggio vicentino della Tav. «L’opera, in generale, cambierà tutto, consentirà di intercettare i grandi corridoi europei – sottolinea Battisti -. Ciò significa rimanere connessi con un sistema molto più articolato di relazioni transfrontaliere». Un obiettivo che per l’attraversamento di Vicenza, che di recente ha incassato il via libera del Consiglio superiore dei lavori pubblici, si realizzerà in 9 anni. Intanto, l’analisi costi-benefici in corso sulla Brescia-Padova non preoccupa: «Non abbiamo ricevuto veti, noi stiamo andando avanti», assicura il manager che parla dell’infrastruttura come di un’opera che garantirà maggiore efficacia dal punto di vista delle porte di accesso al sistema turistico del Paese e del Veneto. Non solo: a breve prepareremo un progetto per mettere in rete gli aeroporti di Venezia e di Malpensa». Lo sprint agli investimenti, conclude, «è la leva per far crescere il Paese».

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