Gentiloni: «Bergamo un esempio per l’Italia. La crisi è finita Questo territorio è un modello di forza e coesione»

Più indizi fanno una prova: Bergamo è, vista da fuori, un territorio che ha saputo rispondere meglio alla crisi, che ha saputo ripartire meglio di altri e che, oggi, è un modello cui il resto d’Italia ha bisogno di tendere per agganciare una ripresa che è ancora disomogenea alle diverse latitudini del Paese. «La sicurezza e il gioco di squadra su cui può contare il territorio bergamasco è un esempio per l’Italia intera». Così Paolo Gentiloni, protagonista al Kilometro Rosso per il Festival Città Impresa, chiude un intervento che lancia messaggi in diverse direzioni, dalle forze politiche al mondo imprenditoriale.

Prima di Gentiloni, il patron della Brembo Alberto Bombassei nel 2013 aveva ospitato al parco scientifico-tecnologico affacciato sull’A4 l’esordio da leader politico di Mario Monti e Matteo Renzi nel primo giorno di campagna referendaria, maggio 2016. Oggi lo scenario politico è completamente cambiato e se i protagonisti del recente passato sono in crisi di consenso, Gentiloni rivendica i risultati economici raggiunti proprio nell’ultimo quinquennio: «La più grande crisi dal dopoguerra è finita e il merito è del lavoro, delle imprese, dei nostri territori — dice il premier —. Quest’anno abbiamo vinto la gara di salto in alto della crescita. Eravamo partiti da previsioni dello 0,8%, siamo arrivati a più del doppio». Ma, appunto, non si tratta di una ripresa omogenea, né geograficamente né anagraficamente, perché l’occupazione è cresciuta soprattutto tra lavoratori con più di 45 anni. Per questo i dati di Bergamo vengono additati come un modello da seguire: «Qui l’export tra il 2009 e il 2016 è cresciuto del 45%, mentre nel resto d’Europa del 21%», dice Gentiloni. E, appunto, il Kilometro Rosso è un simbolo di questa forza, della capacità di innovare che consente a realtà relativamente piccole di competere nel mondo e imporsi come leader. Prima di partecipare al convegno, il premier è stato accompagnato a visitare i laboratori della Brembo, persino a sperimentare i freni con un test su strada. «Gli abbiamo regalato una pinza rossa», dice Bombassei, appena deluso dalla velocità con la quale il presidente del Consiglio ha dovuto attraversare uffici e officine.

Gentiloni, dopo aver riconosciuto il valore che aziende come la Brembo rivestono per l’Italia nel mondo, sottolinea però anche un rischio legato allo sviluppo dell’industria 4.0: «Dobbiamo fare attenzione a non accentuare una divaricazione tra una nuova élite digitale, capace di vivere nel mondo e non legata a nessuna terra in particolare, e una platea di lavoratori sottopagati, frustrati, con meno competenze. Bisogna investire sul capitale umano e difendere la cultura d’impresa che si respira in territori come questo — dice il premier —. Bisogna scommettere su un futuro che, con l’innovazione sappia generare uno sviluppo diffuso, con le caratteristiche di quel miracolo industriale al quale abbiamo assistito in Italia nei passati decenni».

Ma Bergamo è anche la provincia in cui il referendum sull’autonomia lombarda ha registrato l’affluenza più alta. Lo stesso Bombassei lo ricorda, sottolineando l’equilibrio col quale la politica a livello regionale sta gestendo il percorso nel dopo voto. Gentiloni riconosce che la richiesta di autonomia è «sacrosanta». Non si sbilancia sui contenuti di una possibile trattativa Stato-Regione (anche perché molto probabilmente toccherà al suo successore gestirla) ma traccia un limite: «La richiesta di autonomia deve valorizzare l’efficienza dei territori, non deve essere una richiesta di separazione. La coesione va tutelata proprio nel legame con il territorio».