Assegnati a Bergamo i Premi Letteratura D’Impresa 2025

Si è svolta a Bergamo, nell’ambito della manifestazione Bergamo Città Impresa, la cerimonia di premiazione del Premio Letteratura d’Impresa, un riconoscimento che valorizza le migliori produzioni editoriali capaci di raccontare e analizzare il sistema produttivo italiano, con particolare attenzione ai temi della produzione, del lavoro e dell’innovazione.

Alla selezione hanno partecipato 280 votanti, tra imprenditori, manager e giovani laureandi, riuniti nella Giuria dei Lettori.

I vincitori dell’edizione 2025

Categoria Saggistica:

Innovatori Outsider. Nuovi modelli imprenditoriali per il capitalismo italiano

di Giulio Buciuni (Il Mulino)

Il saggio di Giulio Buciuni si distingue per l’originalità con cui esplora le nuove frontiere del capitalismo italiano.

L’imprenditorialità italiana si trova oggi di fronte a un bivio: o rinnova il proprio DNA o non potrà che avviarsi verso un lento declino. I dati non lasciano spazio a interpretazioni: negli ultimi dieci anni sono scomparse quasi 60.000 piccole imprese manifatturiere, a lungo pilastro della competitività del capitalismo industriale italiano; al contempo, il Paese fatica a generare nuove imprese tecnologiche di successo.

A metà strada tra questi due modelli, Buciuni individua una terza via, capace di ridare slancio all’imprenditorialità nazionale: l’impresa plug-in, un’impresa che possiede le caratteristiche di una startup innovativa ma opera all’interno delle aree industriali tradizionali.

Dalle interviste raccolte nel volume emerge come questi giovani imprenditori “outsider” portino rinnovamento e impulso anche alle attività più radicate sul territorio. L’auspicio dell’autore è che questi protagonisti, ancora poco conosciuti ma presenti in tutta Italia, possano indicare una nuova direzione di sviluppo e contribuire a ravvivare il capitalismo italiano.

Categoria Narrativa

 Il canto della fortuna

di Chiara Bianchi (Salani, 2024)

Ambientato nella Milano di fine Ottocento, Il canto della fortuna racconta la straordinaria parabola di Angelo Rizzoli, un bambino di umili origini che, partendo da un orfanotrofio, diventa uno dei protagonisti assoluti dell’editoria e dell’industria culturale italiana.

 “Quando varca per la prima volta la soglia dell’orfanotrofio, Angelo Rizzoli ha otto anni, indossa un maglione troppo grande e delle scarpe da adulto che lo fanno camminare come una papera. Il funzionario che lo registra all’ingresso scrive sulla scheda d’ammissione: ‘Una vita di stenti’.”

In quel microcosmo rigido ma formativo, Angelo impara che per emergere bisogna sacrificarsi, rischiare e credere in se stessi. Dopo un breve impiego nella bottega di un orafo, trova la sua vera vocazione in una tipografia, dove resta affascinato dall’odore dell’inchiostro e dall’ordine dei caratteri tipografici. Da lì inizia la sua ascesa: tipografo, editore, innovatore, uomo d’affari.

Qualche decennio più tardi, Rizzoli è il re delle riviste, dei libri e del cinema; un imprenditore che parla alla pari con il Presidente del Consiglio e che ha saputo trasformare Ischia in un simbolo di bellezza e successo. Attorno a lui ruotano attrici, scrittori, rivali e una famiglia turbolenta guidata dalla moglie Anna. Il figlio Andrea diventerà il primo presidente di una squadra italiana a vincere la Coppa dei Campioni, mentre i nipoti erediteranno un impero editoriale che sembra indistruttibile.

Il romanzo di Chiara Bianchi offre una narrazione epica e umana dell’imprenditorialità italiana, unendo passione, sacrificio e visione in un ritratto che fonde letteratura e memoria industriale.

La Giuria del Premio

Il Comitato del Premio Letteratura d’Impresa è stato presieduto da Piero Luxardo, presidente Luxardo Spa, docente di Italianistica e già direttore del Premio Campiello, ed era composto da: Marco Bettiol, Giovanni Costa, Gregorio De Felice, Enrica Acuto Jacobacci, Daniele Manca, Giuditta Marvelli, Anna Sartorio, Ivana Pais, Marco Panara, Francesco Timpano, Luca Vignaga, Federico Visentin, Riccardo Pavanato, Anna Rita Rustici, Sonia Malaspina, Raffaella Polato

Un Premio per una nuova cultura d’impresa

Il Premio Letteratura d’Impresa nasce con l’obiettivo di favorire una “nuova narrazione” del mondo produttivo, promuovendo una crescita culturale condivisa tra imprese, lavoratori e comunità.

L’intento è quello di stimolare lo sviluppo del tessuto industriale italiano – e in particolare delle PMI – nel rispetto di un’etica comune e di valori condivisi, considerati il punto di partenza per costruire un futuro sostenibile e innovativo.

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