“Un conto è giudicare, un altro decidere”. Replica così alle critiche di Bankitalia e Istat il Ministro Giancarlo Giorgetti, intervistato in chiusura del Festival Città Impresa al Kilometro Rosso a Bergamo. Promosso da ItalyPost, L’Economia del Corriere della Sera, Comune di Bergamo, Camera di Commercio di Bergamo e Confindustria Bergamo, con la main partnership di Intesa Sanpaolo e Brembo, il Festival ha riunito oltre 120 relatori e più di 50 eventi tra talk, panel e tavole rotonde, confermandosi come uno dei principali appuntamenti italiani dedicati al dialogo tra mondo produttivo, istituzioni e cultura economica.
Il futuro dell’energia e la sfida nucleare
La giornata conclusiva si è aperta con il panel “Il futuro dell’energia. L’opzione nucleare”, moderato dal giornalista Luca Pagni. Dopo l’introduzione del co-direttore del Festival Marco Panara, il dibattito ha riunito figure di primo piano del mondo istituzionale, scientifico e industriale, delineando scenari e prospettive per la politica energetica italiana ed europea.
Gilberto Pichetto Fratin – “Mettere l’Italia nelle condizioni di scegliere”
Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica
Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha sottolineato come il tema del nucleare, a lungo marginale, stia oggi tornando al centro del dibattito pubblico e delle strategie di lungo periodo. L’aumento della domanda energetica globale, alimentato dall’intelligenza artificiale e dall’elettrificazione dei processi industriali, ha reso evidente che la sola transizione verde non può garantire sicurezza e competitività.
Pichetto Fratin ha ricordato che l’Italia, pur avendo abbandonato il nucleare quarant’anni fa, mantiene competenze di alto livello e partecipa ai principali programmi internazionali, come ITER in Francia e le collaborazioni con il MIT negli Stati Uniti.
Sul piano nazionale, il ministro ha illustrato gli obiettivi del PNIEC, che punta a raggiungere 131 GW di rinnovabili entro il 2030, integrando però geotermico, gas e nucleare per assicurare continuità e sostenibilità economica. Ha inoltre evidenziato la necessità di un quadro normativo chiaro per permettere la sperimentazione e l’adozione delle nuove tecnologie, come i reattori modulari di terza generazione (SMR).
Ha infine ricordato la nascita, nel 2023, della Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile e l’avanzamento del disegno di legge delega sul nucleare, che definirà la futura governance del settore.
“Il nostro dovere – ha concluso – è mettere l’Italia nelle condizioni di scegliere, domani, le migliori soluzioni per garantire energia pulita, stabile e a costi sostenibili, a beneficio del benessere e della competitività del Paese.”
Alessandro Dodaro (Enea) – “Una tecnologia matura, sicura e pronta al mercato”
Il direttore del dipartimento nucleare dell’Enea, Alessandro Dodaro ha illustrato lo stato dell’arte della ricerca nucleare, spiegando che i reattori modulari di piccola taglia (SMR) rappresentano una tecnologia già matura e vicina all’applicazione industriale. Alcuni prototipi funzionano già in Asia, e nei Paesi occidentali le prime installazioni sono previste nei prossimi anni.
Ha inoltre descritto lo sviluppo dei reattori avanzati di quarta generazione (AMR), che utilizzano metalli liquidi o sali fusi come sistemi di raffreddamento, permettendo un uso più efficiente e sostenibile del combustibile nucleare, anche attraverso il riutilizzo di materiali oggi classificati come rifiuti radioattivi.
La fusione nucleare, ha aggiunto Dodaro, rappresenta il terzo pilastro della ricerca: progetti come ITER, CFS e i programmi cinesi mirano a dimostrare la possibilità di ottenere un bilancio energetico positivo.
“Il nucleare è la forma di produzione di energia più sicura al mondo – ha affermato – e con le nuove generazioni di reattori lo sarà ancora di più. La chiave sarà la standardizzazione e la modularità, per ridurre costi, tempi e complessità dei cantieri.”
Salvatore Majorana – “Dalle reazioni a bassa energia una nuova frontiera tecnologica”
Il direttore Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso Salvatore Majorana ha dal canto suo presentato il progetto Prometheus, startup insediata al Kilometro Rosso, impegnata nello sviluppo di reazioni nucleari a bassa energia (LENR). Una ricerca di frontiera che mira a creare dispositivi di piccola scala in grado di produrre calore e idrogeno attraverso fenomeni fisici di eccitazione della materia, con un approccio industriale e rigoroso.
Il prototipo, validato anche dal Politecnico di Milano, ha già mostrato un bilancio energetico positivo, aprendo prospettive concrete per l’utilizzo domestico o in microreti locali.
“Celebriamo oggi un risultato eccezionale – ha dichiarato Majorana – perché certifica un guadagno di energia misurato e apre la strada a una nuova frontiera tecnologica per la produzione pulita e decentralizzata.”
Bernardo Sestini – “Non possiamo contare solo sulla resilienza delle imprese”
Nel suo intervento, Bernardo Sestini, Presidente e AD SIAD – Vicepresidente Confindustria Bergamo, ha portato la voce del mondo produttivo, richiamando la straordinaria resilienza delle imprese italiane, messe alla prova negli ultimi anni da pandemia, crisi energetica e tensioni geopolitiche. Ha ribadito che l’instabilità dei costi e delle regole rappresenta il peggior nemico per la programmazione industriale.
Sestini ha individuato due urgenze: la riduzione del costo energetico e la revisione di obiettivi ambientali troppo ambiziosi, che rischiano di danneggiare la competitività. Da qui il sostegno alla ripresa del nucleare come unica energia in grado di garantire continuità, stabilità e prezzi sostenibili.
Ha inoltre sottolineato il ruolo strategico dell’idrogeno, definendolo il “vettore energetico del futuro”, che potrà diventare economicamente sostenibile solo con energia a basso costo come quella nucleare.
“Non possiamo continuare a contare solo sulla resilienza delle imprese – ha concluso – ora servono politiche stabili e costi energetici sostenibili per garantire il futuro dell’industria italiana.”
Rosa Filippini – “Ripartire dalla fissione, con coraggio e competenza”
La storica ambientalista Rosa Filippini, Fondatrice Associazione Amici della Terra e Direttrice de L’Astrolabio, ha offerto una prospettiva inedita sul rapporto tra ecologia e nucleare. Ha ricordato che gli Amici della Terra, nati nel 1978 come prima associazione ecologista italiana, furono inizialmente contrari all’atomo, ma oggi sostengono con convinzione la ripresa della fissione nucleare.
Filippini ha evidenziato come l’ostacolo principale non sia più tecnologico, ma culturale e comunicativo: la paura e la mancanza di fiducia pubblica restano i maggiori limiti. Ha invitato a superare la logica del “NIMBY” e a costruire un nuovo consenso informato, fondato su dialogo e trasparenza.
“È urgente ripartire da dove ci si era fermati – ha detto – senza attendere tecnologie future. L’Italia deve ritrovare la capacità di guardare avanti, con competenza e coraggio.”
Fabio Pistella – “Il nucleare, occasione perduta ma ancora decisiva per il futuro”
Il fisico Fabio Pistella, fisico nucleare e già presidente CNR e direttore generale ENEA ha offerto una lettura storica e prospettica del nucleare in Italia, ricordando come il Paese fosse tra i più avanzati al mondo negli anni Settanta, con tre centrali operative e una quarta in costruzione.
Ha invitato a non ripetere gli errori del passato: discontinuità politica, frammentazione e perfezionismo hanno impedito di consolidare risultati concreti.
Pistella ha auspicato un approccio pragmatico e modulare, basato su reattori di nuova generazione già collaudati all’estero, e ha richiamato l’importanza di coinvolgere l’opinione pubblica per superare pregiudizi e disinformazione.
“Il nucleare non è una nostalgia del passato, ma una risorsa strategica per il futuro dell’Europa e dell’Italia. Serve serietà, chiarezza e una visione europea più autonoma e costruttiva.”
L’economia mondiale all’epoca dell’instabilità
A seguire, il panel “L’economia mondiale alla prova dell’instabilità” ha visto protagonista Maurizio Molinari, editorialista ed ex direttore de La Repubblica, intervistato da Marco Zatterin del gruppo NEM. L’incontro ha analizzato le grandi trasformazioni geopolitiche e le tensioni economiche globali, tra guerre commerciali, competizione tecnologica e nuove sfide per la sovranità economica europea.
Maurizio Molinari ha delineato i tratti della nuova fase geopolitica mondiale che definisce come “l’età dell’incertezza”, generata dallo “tsunami strategico” scatenato dal contemporaneo protagonismo di Stati Uniti, Russia e Cina, oggi accomunati dalla volontà di ridefinire l’ordine internazionale nato dopo la Guerra Fredda.
Secondo Molinari, l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca ha segnato un punto di svolta: per la prima volta anche Washington si è unita a Mosca e Pechino nel tentativo di cambiare gli equilibri globali, facendo collassare il vecchio ordine multilaterale e inaugurando una fase di transizione priva di regole. È in questo contesto che si moltiplicano conflitti, crisi e instabilità, perché – come ha spiegato – “l’ordine internazionale semplicemente non c’è più”.
Molinari ha descritto un mondo in cui le grandi potenze confliggono su ogni fronte – dai confini alle rotte commerciali, dal cyberspazio ai fondali marini – e in cui le previsioni lasciano il posto alle interpretazioni. Lo scenario più realistico, ha affermato, è quello di una conflittualità permanente, un “tutti contro tutti” destinato a erodere le certezze e a rendere instabile l’intero sistema globale.
Ha poi sottolineato la rinnovata aggressività della Russia, militarmente più assertiva nonostante la debolezza economica, e il ruolo crescente delle medie potenze – come India e Turchia – che si stanno affermando come nuovi attori regionali capaci di influenzare gli equilibri mondiali.
Sul fronte europeo, Molinari ha offerto una riflessione critica: l’assenza di una leadership unitaria espone l’Unione a pressioni esterne, mentre Stati Uniti, Cina e Russia tendono a rivolgersi alla Germania come interlocutore privilegiato, accentuando la frammentazione interna dell’Europa. Ha sostenuto che il continente dovrebbe reagire esaltando la propria diversità, rafforzando una leadership collegiale e la capacità di agire come soggetto unico, invece di imitare i nazionalismi tribali che oggi dominano la scena mondiale.
Ha concluso con un monito: il rischio più grave per l’Europa è la disintegrazione politica causata dalle divisioni interne e dal ritorno dei sovranismi. Solo attraverso riforme concrete – come il superamento del voto all’unanimità, la costruzione di una difesa comune e lo sviluppo di infrastrutture digitali europee – il continente potrà tornare protagonista. “Manca un leader forte che parli in nome degli interessi europei – ha detto Molinari – e finché l’Europa non troverà una voce unica, resterà un mosaico vulnerabile nelle mani degli altri.”
L’Intervista conclusiva a Giancarlo Giorgetti
A concludere ufficialmente il Festival è stata l’intervista al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, intervenuto in collegamento con Bergamo Città Impresa e intervistato da Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera.
Nel suo intervento, Giorgetti ha posto l’attenzione sulle sfide che l’Europa e l’Italia devono affrontare in un contesto di crescente instabilità economica e geopolitica. Ha sottolineato la necessità di una strategia comune a livello europeo per fronteggiare le politiche industriali e commerciali aggressive provenienti da Stati Uniti e Cina, avvertendo che “l’Europa non può restare un mercato aperto e indifeso di fronte al dumping, alla concorrenza sleale e alle asimmetrie fiscali e ambientali”.
Il ministro ha espresso forte preoccupazione per il rischio che nuove direttive europee sulla tassazione dell’energia, in particolare sul gas, possano compromettere la competitività industriale italiana. “Difenderemo in tutte le sedi – ha detto – le nostre ragioni contro un aumento di imposte sull’unica fonte energetica oggi disponibile come energia di transizione. Sarebbe la pietra tombale sull’industria italiana dal 2033 in avanti.”
Giorgetti ha inoltre ribadito l’importanza di garantire parità di condizioni competitive tra i paesi europei, criticando l’uso massiccio di sussidi pubblici nazionali, in particolare da parte della Germania, che rischiano di alterare il mercato unico. “L’Europa – ha aggiunto – deve chiarire le regole sugli aiuti di Stato, perché la competizione interna non può basarsi sulla diversa disponibilità fiscale dei singoli governi.”
Sul fronte interno, il ministro ha affrontato il tema del credito alle imprese, invitando il sistema bancario a tornare a concentrarsi sulla sua funzione primaria: sostenere l’economia reale. “Per una banca è più facile fare profitti con la gestione patrimoniale – ha osservato – ma è con il credito che si fa crescere il Paese.”
Infine, Giorgetti ha difeso le scelte del governo in materia di politica fiscale e legge di bilancio, sottolineando gli interventi a favore del ceto medio e la stabilizzazione dei tagli al cuneo contributivo. “Non si tratta di misure una tantum – ha chiarito – ma di un impegno strutturale volto a rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie e sostenere i rinnovi contrattuali.”
In chiusura, ha richiamato la complessità del quadro internazionale, segnato da guerre, crisi commerciali e tensioni finanziarie, ribadendo la necessità di una politica economica europea più coesa e pragmatica, capace di difendere la competitività industriale e di garantire stabilità in un mondo in rapido mutamento.
Premio Letteratura d’Impresa 2025
Nell’ambito del Festival si è svolta anche la cerimonia di premiazione del Premio Letteratura d’Impresa, che valorizza le migliori produzioni editoriali sul sistema produttivo italiano. Alla selezione hanno partecipato 280 giurati tra imprenditori, manager e studenti.
Vincitori 2025:
Saggistica: Innovatori Outsider di Giulio Buciuni (Il Mulino)
Narrativa: Il canto della fortuna di Chiara Bianchi (Salani)
Riorganizzare le imprese: nuovi modelli e strategie per la competitività
Tra gli appuntamenti paralleli, Palazzo Frizzoni ha ospitato il ciclo “Riorganizzare le imprese”, dedicato all’innovazione dei modelli produttivi e promosso con il contributo della testata OperationsManager.it. Imprenditori, consulenti e manager di aziende come Streparava, Erregierre, Marlegno, Bitron, Arblu, Fecs Partecipazioni, Armes, Berto’s e Gruppo DESA hanno discusso di efficienza, digitalizzazione e valorizzazione del capitale umano.
Un bilancio positivo per un festival che guarda avanti
Nel tracciare un bilancio dell’edizione 2025, il direttore del Festival Filiberto Zovico ha commentato:
“Il Bergamo Città Impresa si conferma come il festival – laboratorio sulle politiche industriali del Paese. Politiche sempre più urgenti in una fase in cui – come hanno sottolineato i numerosi imprenditori intervenuti – l’Italia e l’Europa rischiano un processo di deindustrializzazione.Rispondere all’aggressione militare russa e a quella commerciale e industriale cinese obbliga l’Europa a reagire trovando quella compattezza che fino ad oggi le è mancata e che è stata sottolineata in molti degli incontri di questa edizione del Festival ”
Il Festival Città Impresa tornerà nel 2026, con una nuova edizione dedicata ai temi dell’industria, della sostenibilità e del capitale umano, proseguendo la missione di promuovere un confronto aperto e costruttivo sulle sfide del presente e del futuro dell’economia europea.





