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Srithi Islam, da dipendente a imprenditrice di successo. Storie di donne e aziende

Srithi Islam arriva dal Bangladesh in Italia all’età di 14 anni. Orfana, con un neonato, 2 sorelle e 2 fratelli. Inizia a frequentare la scuola e a cercare lavoro. Minorenne e musulmana, viene assunta alla Lem, azienda di Bucine (in provincia di Arezzo), specializzata in lavorazioni per accessori metallici per il mondo del lusso. Dopo anni di gavetta e con il sostegno del suo capo si mette in proprio. 

Oggi Srithi è ad di Srithi Legatoria, specializzata nei più importanti accessori del mondo del lusso e dà lavoro a 120 uomini. È una delle tante storie di successo che verranno illustrate all’interno del Festival nella sezione dedicata al ruolo delle donne nell’economia e nella società. Durante la kermesse bergamasca si terrà un ciclo di incontri, con il titolo di «Fattore D», in cui si discuterà di impresa e occupazione femminile e della necessità di cambiamenti strutturali per affrontare le disuguaglianze che affliggono il mercato del lavoro del nostro Paese. Pubblico ed esperti tenteranno di rispondere ai tanti quesiti che continuano ad affliggere e mortificare il mondo femminile: le imprese sono disposte a cambiare organizzazione per avere le donne a bordo? A che tipo di carriera ambiscono oggi e come si rapportano al potere? E ancora: che contributo può dare un’impresa su temi come la maternità e l’immigrazione? Interverranno sul palco la giornalista del Corriere della Sera Rita Querzè, che ha da poco pubblicato per Post Editori il libro Donne e lavoro. Rivoluzione in sei mosse; Elena Bonetti, già ministra per le pari opportunità e la famiglia; Tiziano Treu, già ministro del lavoro e delle politiche sociali; il commissario straordinario del gruppo ACC Maurizio Castro, che potrà portare una prospettiva maschile sul tema: E poi Ambra Redaelli, presidente dell’Orchestra sinfonica di Milano.

La kermesse sarà anche l’occasione per ascoltare le esperienze di imprenditrici come Eleonora Calavalle, alla guida di Pennelli Cinghiale che ha introdotto la riduzione dell’orario di lavoro in azienda: tutte a casa alle 16 per favorire la conciliazione lavoro-maternità, mentre Licia Pollastri, alla guida di Officine Pollastri, ha dato un tocco di femminilità all’industria di famiglia di cui ha preso le redini, da giovane. Seguiranno poi le testimonianze di Maria Cristina Piovesana di Alf Group e Mariluce Geremia di San Marco Group. Oggi le donne in tutta Europa guadagnano in media il 12% in meno dei loro colleghi maschi, pur svolgendo la stessa mansione. In Italia il divario è ancor più consistente. Le donne guadagnano il 15% in meno l’ora nel privato e il 5% in meno nel pubblico. Qualcosa però inizia a muoversi, in Europa. Entro il 7 giugno 2026, l’Italia dovrà recepire la nuova direttiva Ue che cancella il segreto sullo stipendio, per promuovere la trasparenza salariale e rafforzare la parità di retribuzione. In pratica, si potranno conoscere le buste paga dei colleghi per verificare che non ci siano discriminazioni retributive tra uomini e donne. Attivarsi li dove non vengano rispettate le nuove regole. Per un tocco di «empowerment femminile» in più.

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