Chiude l’edizione speciale di Città Impresa: Piacenza laboratorio di confronto sul futuro del triangolo industriale

Vacchi: “Non siamo territori diversi, siamo un unico grande territorio che ha una caratteristica virtuosa e condivisa da valorizzare”

Una giornata di convegni e incontri affollati, quella che si è chiusa ieri, venerdì 14 settembre, con la serata evento di Stefano Massini dedicata ai 10 anni dalla caduta della Lehman Brothers. Piacenza ha risposto più che positivamente alla proposta sperimentale di utilizzare il Festival Città Impresa come laboratorio di confronto sul futuro di un territorio che fa da ponte naturale tra Milano e l’Emilia, i due vertici che, con il Veneto, costituiscono il nuovo triangolo industriale italiano. 

Preceduto da una settimana di aperto confronto tra i diversi soggetti sulle pagine del quotidiano locale La Libertà, il dibattito ha preso le mosse proprio dal ruolo della città “ponte tra Nord-ovest e Nordest” dentro il nuovo triangolo industriale che ha sostenuto la ripresa italiana. Sia il sindaco della Città, Patrizia Barbieri, che il presidente di Confindustria, Alberto Rota, sollecitati da Giangiacomo Schiavi, hanno sottolineato che Piacenza “può giocare la partita” a patto di saper costruire un gioco di squadra su alcuni obiettivi strategici. Dal canto suo, Aldo Bonomi, uno dei maggiori esperti di “flussi e luoghi” ha spiegato bene che la logica della globalizzazione non concede possibilità a chi non è in grado di “stare nel mezzo” mettendo a sistema cultura e territorio, manifattura e commercio, agricoltura e turismo. 

Il primo pomeriggio è stato dedicato invece alle imprese: dalle “champion” come Musetti, Motridal e Univel, raccontate dai rispettivi imprenditori e da Filiberto Zovico, a capo del Centro Studi di ItalyPost, al dibattito tra Confindustria Emilia Area Centro, Assolombarda e la controparte veneta. Alberto Vacchi, Carlo Bonomi Alberto Baban hanno discusso a lungo infatti con Dario Di Vico sulle incognite sulla ripresa e su cosa sta accadendo nel nuovo triangolo industriale che ha trainato la crescita italiana nell’ultimo biennio. A questo proposito, Alberto Vacchi, ha segnalato che i segnali negativi sulla situazione economica emersi dai dati ISTAT dei giorni scorsi, sembrano fortunatamente non toccare l’area che Aldo Bonomi definisce LOVER (Lombardia, Venezie, Emilia Romagna). È proprio sulle prospettive globali, a dieci anni dalla caduta della Lehman, si sono confrontati in una Piazza Cavalli gremita, Ferruccio de Bortoli Marco Mazzucchelli, il quale si è detto certo che, contrariamente a quanto si dice spesso, l’eventuale prossima crisi non vedrà come epicentro la Cina. De Bortoli ha voluto sottolineare in conclusione del confronto le cause perfino antropologiche della caduta della banca simbolo del capitalismo: “la bramosia e l’avidità sono fattori alla base di situazioni nelle quali in molti cadono nella trappola dell’illusione dei facili guadagni”. La serata è stata poi segnata dalle riflessioni di Stefano Massini. La caduta della Lehman – ha affermato il drammaturgo scrittore di Qualcosa sui Lehman e autore della Lehman’s Trilogy, attualmente in scena al National Theatre di Londra – è stata per l’economia l’equivalente della caduta del muro del Berlino.

Grande soddisfazione per la riuscita di questa edizione speciale del Festival Città Impresa è stata espressa sia dal sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, che dal presidente di Confindustria, Alberto Rota, che dal fondatore di Italy Post, Filiberto Zovico che ha chiuso la manifestazione dando appuntamento all’edizione autunnale che si terrà a Bergamo da venerdì 26 a domenica 28 ottobre 2018.

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