Di Ercole Bonini, presidente Studio Bonini
Un’azienda per innovare deve affrontare degli investimenti. Con il processo di innovazione si avvia l’iter per modificare e migliorare le prestazioni dei propri prodotti, o crearne di nuovi, ma non solo, si devono prevedere investimenti per la protezione della proprietà industriale e per le attività commerciali per promuovere l’innovazione.
Si potrebbe dire che innovare costa ma, sicuramente, ne vale la pena, perché altrimenti si perde in competitività. E le aziende più vivaci hanno capito da molto tempo che innovare è una necessità virtuosa, tanto è vero che, specie in Veneto, siamo a livelli di crescita ben superiori all’indice nazionale perché le nostre aziende esportano non solo in Europa, ma in USA, in Cina, in Giappone, tanto per citare i maggiori Paesi di esportazione, e molte aziende si fregiano di esportare in 30, 50 Paesi nel mondo.
Nella gran parte dei casi i costi per sostenere l’innovazione non sono messi in discussione, mentre, spesso, quelli per difendere il nuovo prodotto dalle copiature vengono sacrificati per evitare spese considerate troppo pesanti.
Ora, però, il quadro dei costi e benefici è cambiato con la presenza dei provvedimenti già operativi emanati dal Ministero dell’Industria che prevede, oltre a importanti detrazioni fiscali e super ammortamenti per chi investe in ricerca, sviluppo, prototipazione e brevetti, anche la rifusione delle spese relative alle voci sopra ricordate purché opportunamente documentate.
Quindi, non solo sono riconosciuti e rifusi i costi del personale impegnato e impiegato nello studio e nella realizzazione di nuovi prodotti, ma vengono riconosciute e rimborsate tutte le spese relative alla protezione brevettuale sostenute dall’azienda in qualsiasi parte del mondo.
Grazie a queste nuove norme di rifusione delle spese, ora le aziende non possono continuare a classificare i brevetti solo come un costo, anche se importante, ma potranno e dovranno vedere questi costi come un investimento vero e proprio sul nuovo prodotto, un investimento che potrà portare ad allungarne la vita stessa. Infatti, se l’innovazione è recepita dal mercato come interessante e appetibile, l’azienda continuerà a vendere, a imporre il suo prezzo nel mercato d’interesse perché i potenziali copiatori saranno dissuasi dalla presenza del brevetto nel loro Paese, o al più verranno colpiti da sanzioni severe.
Per continuare a crescere è basilare conoscere le opportunità finanziarie che ora vengono offerte anche con strumenti innovativi e inusuali come i minibond, il crowdfunding, il finanziamento da parte di investitori che credono nell’azienda e nelle sue potenzialità e da nuove forme di credito.
Finalmente una autorità governativa, investitori e finanzieri si sono accorti che l’Italia, fatta per lo più da PMI, è a tutti gli effetti la seconda potenza manifatturiera in Europa! E questa realtà non va sottovalutata, ma sostenuta con tutti i mezzi possibili.
Per capire di più e come funzionano queste forme di finanziamento alle aziende, lo Studio Bonini ha ritenuto opportuno invitare tre società che, in forme diverse, operano in questo settore.
Benvenuta quindi la finanza nelle sue molteplici forme che si è accorta che l’azienda innovativa è un finanziamento ad alto reddito.